“Una singola azienda vinicola, per quanto grande, non può da sola affrontare i mercati internazionali: ha bisogno di adottare una logica di squadra con gli altri attori del settore, con le istituzioni. C’è bisogno di lavorare in sede internazionale per evitare che logiche protezionistiche possano rendere difficili le esportazioni, e ancora, di lavorare per essere ‘visibili’ negli eventi di portata globale”. Questo, in sintesi, è quanto dichiarato dal presidente Federvini, Lamberto Vallarino Gancia, e condiviso dagli oltre 150 imprenditori aderenti alla Federazione. Non a caso gli ospiti d’onore dell’assemblea generale 2013, tenutasi a Roma il 5 giugno, erano Andrea Lucchetta, plurititolato pallavolista italiano, facente parte dell’indimenticabile nazionale maschile diretta da Julio Velasco, allenatore di fama mondiale e vero e proprio “guru” del gioco di squadra, e Diana Bracco, presidente Expo 2015 e commissario generale del Padiglione Italia.
“In occasione dell’Expo di Parigi del 1855 – ha esordito Lamberto Vallarino Gancia – Napoleone III richiese un sistema che classificasse i migliori vini di Bordeaux che sarebbero stati proposti ai visitatori provenienti da tutto il mondo. I migliori vini di quel ‘classement’ oggi vanno a ruba in Russia e in Cina per via dell’immagine e della reputazione, che ancora si portano dietro: questo è un esempio di come un’esposizione universale possa dare impulso a una gamma di prodotti anche a secoli di distanza”.
“L’Esposizione Universale del 2015 – ha aggiunto Diana Bracco, Presidente Expo 2015 spa e Commissario generale del Padiglione Italia – è una straordinaria opportunità di rilancio per l’Italia. Quello di Milano sarà il primo grande evento del ‘dopo crisi’, il suggello della ripartenza e della rinascita. Soprattutto nella difficile congiuntura attuale, l’Expo sarà un eccezionale volano anticiclico di sviluppo economico e occupazionale e un’occasione per promuovere la nostra immagine nel mondo e incrementare il nostro settore turistico. Il tema al centro dell’Expo, la nutrizione, è perfetto per il nostro Paese. Il cibo ‘made in Italy’ costituisce, infatti, uno dei nostri punti di forza in tutto il mondo”.
La soluzione per uscire dalla crisi, quindi, per salvaguardare al contempo le produzioni di valore e i livelli occupazionali, elementi necessari per una contribuzione di sistema al bilancio dello stato sarà, secondo Federvini, una strategia di crescita in rete. “Sono convinto che proprio facendo squadra e valorizzando la cultura italiana delle bevande alcoliche – ha concluso Vallarino Gancia – le nostre aziende potranno sviluppare il proprio business con lo strumento delle reti d`impresa, entrando con maggior efficacia in importanti mercati nei quali c’è spazio e domanda per il prodotto italiano”.
In occasione dell’assemblea generale 2013 Federvini ha presentato poi i risultati del primo studio nazionale sulla filiera vino, spiriti e aceti in Italia. Il quadro che ne emerge è quello di un settore in grado di generare un valore aggiunto di 13,2 miliardi di euro (pari allo 0,83% del Pil nazionale), occupare quasi 1.200.000 addetti (pari al 5,1% della forza lavoro totale in Italia) e assicurare così entrate fiscali e contributive per 8,5 miliardi di euro (1,3% del totale italiano).