Il mercato del vino negli Stati Uniti è cresciuto nel 2012 per il diciannovesimo anno di fila. L’incremento dei consumi dello scorso anno su quello precedente è stato del 1,9%, per un totale di 318 milioni di casse da nove litri. Questi e i seguenti dati sono stati diffusi dal The Beverage Information Group nella pubblicazione 2013 Wine Handbook.
A favorire i consumi lo scorso anno ci sono stati, tra gli altri, fattori quali l’abrogazione delle “blue laws” in alcuni stati della Federazione (si tratta di leggi di antica data che limitano o vietano le vendite di alcolici di domenica), l’alleggerimento della regolamentazione sulle spedizioni dirette ai consumatori e l’interesse maggiore per i prodotti premium.
Il consumo di vini dolci, di unoaked Chardonnay (si tratta di vino fermentato in serbatoi d’acciaio che non influenzano, al contrario del legno, il sapore del prodotto finito), e di red blend è cresciuto nel 2012 dell’1,8% fino a 292,4 milioni di casse. I vini americani e quelli da tavola importati sono cresciuti dell’1,5%.
Guardando ai canali di vendita, The Beverage Information Group nota che nell’on-premise, sebbene nella seconda metà dell’anno ci sia stato un calo delle vendite, causato dall’incertezza economica, le ordinazioni sono cresciute del 2,2% in volume e del 4,5% in valore. Risultati positivi anche per sparlking e Champagne.
Nel complesso, le vendite 2012 di vino negli Stati Uniti hanno raggiunti 28,9 miliardi di dollari: l’off-premise ha effettuato il 56,4% del commercio, bar ristoranti e pub il restante 43,6%
Le vendite di vino direct-to-consumer sono state lo scorso anno un successo e hanno contribuito al mercato del vino per ben 1,4 miliardi di dollari.