La scorsa settimana si è riunito a Bruxelles il Comitato Europeo degli Importatori di Vino (Comité Européen des Entreprises Vins – CEEV) per fare il punto sui risultati ottenuti fino ad ora nelle le politiche commerciali dell’UE e per progettare le iniziative future. Quella del vino è la più grande industria per export di tutto il settore agricolo dell’Unione Europea e può vantare, dati per il 2012, un valore delle esportazioni di circa 8,9 miliardi di euro, contribuendo al bilancio del commercio UE con surplus di 6,4 miliardi.
Negli ultimi anni sono stati diversi i negoziati bilaterali intrapresi dall’UE per raggiungere accordi di libero scambio con paesi terzi: tra quindici mercati riconosciuti come prioritari si sono recentemente stipulati accordi con la Corea del Sud (in vigore dal 1 luglio 2011), con Singapore (concluso nel dicembre 2012), con America centrale e Colombia – Perù (2012-2013); per altri mercati, si veda, ad esempio, quanto abbiamo raccontato qui relativamente alla Repubblica di Moldavia, i trattati sono ancora in via di attuazione o definizione. Rimangono, a oggi, prioritari gli accordi con: Stati Uniti (seconda fase dell’Accordo sul Vino all’interno della Transatlantic Trade and Investment Partnership: iniziativa nata nel 2013), Canada (Comprehensive Economic and Trade Agreement – CETA – che dovrebbe prendere il via quest’anno), India (FTA – free-trade agreement – conclusione dell’accordo attesa per il 2013), Giappone (FTA – primi accordi dal 25 marzo 2013), Tailandia (FTA – primi accordi dal 5 marzo 2013), Malesia (FTA – primi accordi da Maggio 2010), Vietnam (primi accordi da Giugno 2012), Mercosur (FTA, sono in corso lavori in merito da circa due anni), Ucraina (FTA, accordi conclusi nel 2011 ma non ancora firmati).
In questo contesto, tuttavia, il CEEV denuncia le continue difficoltà che gli esportatori devono affrontare, data la proliferazione di barriere unilaterali nei mercati chiave. Le spedizioni verso destinazioni quali l’India o il Vietnam devono tutt’oggi sopportare dazi proibitivi, verso Canada e Tailandia ci sono, per i nostri prodotti, trattamenti discriminatori; l’export verso la Russia invece deve passare per “infinite” barriere burocratiche; altri mercati, come gli Stati Uniti, non riescono a dare una sufficiente protezione alle nostre Indicazioni Geografiche. L’invio di vino verso la Cina ha recentemente dovuto fare i conti con l’inchiesta antidumping promossa dal Governo di Pechino, controversia commerciale di carattere politico da risolversi – come dichiarato da Jean Marie Barillère , Presidente di CEEV – accelerando dialogo e negoziato.
Secondo il Presidente del CEEV inoltre, vista la sua importanza, il settore vino in Europa merita da parte delle UE un posto tra le priorità strategiche della sua politica commerciale, anche al fine di combattere la disoccupazione, “disgrazia” della nostra società.