Le aziende agroalimentari italiane hanno enormi potenzialità di sviluppo all’estero. Il consuntivo 2011 registra una quota export pari a circa 23 miliardi di euro, in aumento del 10% rispetto al 2010. Questi alcuni dei dati più significativi presentati da Massimiliano Bruni (SDA Bocconi di Milano) al convegno “Coltivare successi sui mercati mondiali: una roadmap per l’agroalimentare italiano” organizzato dal Comitato Leonardo in collaborazione con Santa Margherita Gruppo Vinicolo in occasione del VI Incontro con il Territorio. Come sottolineato dallo studio presentato dal Prof. Bruni, per quanto esistano ostacoli e minacce -sottodimensionamento, mancanza di orientamento al marketing e al branding, eccessivo localismo ecc…-, lo scenario internazionale offre interessanti e significative opportunità di espansione ed appare come la principale e più immediata via di sviluppo delle imprese italiane del settore. È necessario però superare i limiti che caratterizzano e penalizzano il sistema nazionale, per fare pienamente leva sui punti di forza esistenti, dall’eccellenza dei prodotti alla capacità di innovazione e flessibilità, sino alle riconosciute qualità del gusto italiano incarnate nella Dieta mediterranea. Un impegno che deve riguardare sia le istituzioni, che devono riconoscere reale centralità al settore nelle politiche di sostegno e di sviluppo per le aziende, ma anche il sistema imprenditoriale chiamato a dare vita a una nuova strategia di crescita all’estero.
All’appuntamento, presieduto da Luisa Todini ed ospitato da Gaetano Marzotto, presidente di Santa Margherita gruppo vinicolo hanno partecipato: Riccardo M. Monti, Presidente ICE, Alberto Barcella, presidente Confindustria Lombardia, Alberto Bombassei, presidente Brembo, Pina Amarelli, presidente Amarelli, Gian Domenico Auricchio, Ad. Gennaro Auricchio, Ettore Riello, presidente Veronafiere, Marco Rosi, presidente Parmacotto, Massimo D’Aiuto, Ad. Simest nonché numerosi imprenditori soci del comitato.
“Il confronto di oggi, le storie di successo e la relazione del professore Bruni – commenta Luisa Todini, presidente del Comitato Leonardo – dimostrano che si può continuare a crescere anche nelle fasi di crisi, guardando alle opportunità fuori dai confini nazionali ed europei. Dobbiamo riflettere sulla vitalità e il dinamismo dei paesi asiatici – Cina in testa – così come di Brasile e Messico in America Latina, dei Paesi della sponda Sud ed Est del Mediterraneo. E consolidare i grandi progressi degli ultimi anni nell’arrivare ai consumatori russi, particolarmente attratti dalle produzioni tradizionali del nostro Made in Italy, ancor più favorite in prospettiva dall’ingresso della Russia nel WTO. Ma per sfruttare al meglio le opportunità bisogna “Fare sistema”, attraverso le reti, i consorzi ed i distretti. È una soluzione premiante che va oltre la logica individualista e aiuta a superare il vincolo dimensionale e culturale tipico delle aziende italiane, che imbriglia le imprese non permettendogli di avere forza e massa critica sufficiente per affermarsi sui mercati esteri”.
L’appuntamento è stato anche occasione per analizzare più a fondo le minacce che le aziende agroalimentari devono affrontare e che vedono: nella crescita di nuovi competitors internazionali, nella contraffazione e nell’ “italian sounding”, nell’andamento del prezzo delle materie prime; gli aspetti più problematici a cui si vanno ad aggiungere il calo della domanda interna e la crescente attenzione al prezzo da parte dei clienti. Aspetti che possono e devono essere controbilanciati attraverso l’espansione nei nuovi mercati in crescita, ma anche con il miglioramento dei sistemi di trasporto e stoccaggio – purtroppo l’Italia sconta il fatto di non avere un grande player nella distribuzione a livello internazionale – e con la progressiva riduzione delle barriere al commercio internazionale.