Nel primo trimestre 2013, rispetto allo stesso periodo dell’anno passato, le spedizioni all’estero di vino argentino sono calate in volume del 27,4% fino a 675.700 hl. Calo anche in volume, nella percentuale del 6,9%, per un fatturato di 194,65 milioni di dollari FOB.
A portare in basso l’asticella dell’export argentino è soprattutto lo sfuso: -51,9% in volume e -43,8% in valore. Calano tuttavia in modo consistente anche i mosti -26,2% volume, -2% valore. La causa principale di questa situazione può essere trovata nell’aumento dei prezzi di queste due categorie (+16,9% e +32,9%); ciò ha portato a una perdita di competitività per Argentina in favore di altri produttori quali Cile e Spagna.
Meno difficile la situazione registrata per l’imbottigliato: qui il calo è stato contenuto al 3,5% in volume con una leggerissima crescita in valore, +0.,4%, grazie alla sostanziale stabilità dei vini in bottiglia in contrasto però una continua caduta del vino in tetra-brik (-22% in volume e in valore). In sostanza, seguendo il trend 2012, il vino in bottiglia spedito fuor di confine cresce nelle fasce di prezzo alta e medio-alta (da 29 a 90 dollari per cassa), mentre cede in quelle medie (prezzo inferiore a 29 dollari a cassa) e basse (prezzo sotto i 18 dollari a cassa) colpite dall’inflazione.
FEB