Nel 2016, le esportazioni di vino dall’Australia agli Stati Uniti sono nel complesso cresciute del 3%, fino a raggiungere il valore di 458milioni di dollari australiani (350,8 milioni di dollari).
Scorporando quest’export per fascia di prezzo ci si accorge che la spinta maggiore al rialzo viene dal vino di qualità, grazie alla maggior richiesta da parte dei consumatori americani di fine wine in generale, ma anche a una precisa politica di marketing dell’industria del vino australiano che punta oggi sul dare all’aussie wine una nuova immagine di qualità, sradicando la vecchia idea dell’Australia produttrice di vino sfuso e di basso prezzo.
Le spedizioni in USA di vino venduto intorno ai 10 AU$/litro FOB si sono incrementate del 23%, e contano nel fatturato totale dell’export vinicolo Australia verso Stati Uniti per 41milioni di AUS$, cioè circa 31,4 milioni di US$ (citiamo questi e i seguenti dati di fonte Wine Australia, attraverso The Lead, portale australiano di news). Si noti, a denotare l’importanza del Nord America per il fine wine australiano, che un incremento significativo delle spedizioni (+9%) in questa stessa fascia di prezzo si è avuto anche nelle esportazioni di vino australiano verso il Canada (mercato che nel complesso vale per l’export di vino australiano 193milioni di AU$).
Allo stesso tempo, fenomeno nuovo e particolarmente significativo, il numero di etichette australiane vendute nel mercato statunitense al dettaglio a più di 12 dollari per bottiglia si è incrementato del 59% in un anno, e ciò significa che nuovi rivali sono arrivati a contendersi uno spazio di mercato per anni dominato dalla nota etichetta Yellow Tail.
FEB