(di Alessandra Moneti) Obiettivo differenziazione per l’imposizione dell’Imu nel settore agricolo. Nella fiscalità del patrimonio immobiliare e dei terreni, compresi quelli vitati, il ministro delle Politiche agricole Mario Catania punta ad introdurre nella manovra cosiddetta “salva-Italia” un risultato a favore degli imprenditori agricoli, anche se – ha ammesso nel corso della conferenza stampa al Mipaaf per il rituale scambio degli auguri natalizi – ‘’la Manovra ha toccato il comparto primario. I sacrifici chiesti agli agricoltori sono oggettivamente importanti, nella stessa misura tuttavia di quelli chiesti alla comunità’’. “Nel testo del decreto legge, nella stesura approvata dalla Camera – ha precisato Catania – è stata recepita una diversità di approccio relativa alla fiscalità a carico delle imprese agricole, distinguendo tra le due figure: quella del mero proprietario fondiario rispetto a quella dell’imprenditore agricolo che è anche conduttore d’impresa, la cui attività primaria è dunque quella della produzione agricola. La diversità d’approccio – ha aggiunto – è fondamentale e la svilupperemo anche nei prossimi mesi, ed anni. Ma già nei primi 30 giorni di governo – ha detto con soddisfazione – abbiamo introdotto un distinguo importante, e sostanzialmente a costo zero. In pratica è stata innestata una forbice di 20 unità nel moltiplicatore che differenzia l’impatto dell’imposta sull’impresa (moltiplicatore 110) dalla proprietà fondiaria, detenuta per motivi speculativi o hobbistici (moltiplicatore 130)”. Sugli aspetti tributari, ha detto ancora Catania, “nel breve nulla di nuovo è previsto, sarà tuttavia necessario un ripensamento in materia. E in prospettiva una possibile manovra sull’Iva, ma non a breve. C’è a tal proposito un lavoro già fatto dal precedente governo Berlusconi che aveva individuato regimi in deroga che richiedono riflessione. Non escludo ripensamenti”, ha affermato Catania. Una volta approvata la Manovra, è previsto il passaggio alle misure per la crescita e lo sviluppo nell’agenda del governo Monti, nell’ambito del quale – ha sottolineato ancora il ministro Catania – “l’agricoltura gode di alta considerazione, nella misura in cui è alta la considerazione di tutte le realtà produttive. Troviamo quindi con Monti un interlocutore attento. E’ il Paese invece che sembra aver dimenticato la sua storia, e sembra non capire le potenzialità enormi della filiera e di un settore tutt’altro che secondari. Continua a serpeggiare infatti una considerazione di settore residuale, se non assistenziale. Occorre fare un sforzo importante; l’agricoltura deve tornare a rivestire l’importanza che merita in quanto fiore all’occhiello del Made in Italy che si afferma nel mondo”. Sui grandi nomi del vigneto Italia recentemente passati di mano – Gancia, Folonari, Ruffino e Bertani – il ministro delle Politiche agricole ha detto che non si tratta di ”un problema di questo momento, e neanche del settore vino. Negli ultimi 30 anni il nostro capitalismo legato ad aziende familiari e Pmi si è rilevato fragile, oggettivamente suscettibile di cessioni. E’ un problema strutturale, ma non specifico del settore vitivinicolo che anzi oggi annovera almeno tre gruppi cooperativi che hanno raggiunto dimensioni ragguardevoli in ambito europeo. E poi, pur nel disappunto per eventi di questo tipo, non bisogna perdere di lucidità. Alcune di queste operazioni potrebbero essere un volano per l’export”. “Abbiamo cominciato a lavorare sulla semplificazione – ha infine annunciato Catania – insieme al ministro della Funzione Pubblica. E a gennaio vareremo il provvedimento, anche alla luce dell’ottimo e ben avanzato lavoro in Commissione Agricoltura al Senato”.
Catania: su Imu innestato importante distinguo tra proprietà fondiaria e produttori
