A confermare che il dato Agea della produzione 2012 (45,6 milioni di ettolitri) non rispecchia la reale situazione della vendemmia dell’anno scorso, includendo anche il vino importato (2 milioni di ettolitri nel 2012, per la maggior parte spagnoli), per non parlare di quanto vino in nero sia emerso magicamente nelle dichiarazioni di produzione (qui il dato del rapporto Icqrf sulle frodi nel 2012), arriva fresca fresca una novità dal fronte estero: nei primi quattro mesi dell’anno in corso i nostri operatori si sono riforniti in maniera massiccia non solo dalla Spagna, ma sono dovuti andare fino in Sudafrica, il cui volume di prodotto giunto in Italia è balzato a 9,6 milioni di litri contro le poche migliaia dello stesso periodo dell’anno scorso, a un prezzo di 50 centesimi al litro, 4 in meno del prodotto spagnolo, peraltro in calo nei 4 mesi rispetto a un 2012 che era stato da record per le nostre importazioni.
Andando indietro nel tempo, oltre dieci anni, non si ha memoria di quantitativi di prodotto così importanti: anzi, la sommatoria dello sfuso da Cape Town dal 2000 al 2012 fa 5 milioni di litri, poco più della metà di quanto importato in soli quattro mesi di quest’anno. E’ la conferma, l’ennesima, del fatto che il 2012 ha lasciato con il fiato corto le cantine italiane. Sul prossimo numero del Corriere Vinicolo, in uscita lunedì prossimo, daremo conto della situazione del mercato attuale, confutando il dato produttivo 2012 e soprattutto il fatto che questa revisione al rialzo fornita da Agea stia influendo sui prezzi all’origine, facendoli crollare.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Istat