Non migliora il quadro in Cina per il nostro Paese. A tutto settembre, segmento bottiglia (escluso spumante), registriamo un passivo sia sul fronte del volume (14 milioni di litri, -12%), sia sul valore, sceso del 15%, a 62 milioni di dollari, complici listini in affanno (-4%, a 4,31 dollari per litro). A giugno, eravamo sì in calo, ma attorno al 3%.
Chi migliora invece sono i francesi, che chiudono sì in negativo (il 9%), ma nel consuntivo primo semestre la perdita viaggiava attorno al 15%.
Veniamo invece a chi va bene: il Cile, che ormai non è più una novità, continua a macinare crescite tumultuose, favorito dagli accordi commerciali con il governo di Pechino, dove una contropartita di non poco conto è costituita dal rame cileno. Vanno forte (ma è una questione solo di volume) gli spagnoli, i cui prezzi sono tra i più bassi in assoluto, sotto i 3 dollari per litro. Stabile l’Australia, che riesce nell’impresa di raddrizzare una prima metà d’anno in forte passivo. Crescita anche per gli Stati Uniti, favoriti da una limatura piuttosto robusta dei prezzi (-10%).
Il totale mercato segna stabilità a volume (-1%), contro una perdita limitata al 5% sui valori: c’è da ricordare che nel primo trimestre, complice la batosta francese, si era attorno a -20%.