Lo scorso 23 aprile è stato presentato il Rabobank Wine Quarterly Q1. Focus della relazione è l’impatto delle minori scorte europee e del conseguente aumento dei prezzi sul mercato mondiale del vino.
I consumi mondiali stanno superando da oltre sei anni la produzione e le scorte sono diminuite di oltre 75 milioni di ettolitri rispetto ai massimi raggiunti nel 2006: ciò non può che portare a conseguenze sia per i produttori che per i consumatori.
Secondo Rabobank, l’aumento dei prezzi dello sfuso è un indicatore della miniore disponibilità di scorte a magazzino. Guardando alla Spagna, la società olandese ha rilevato che le esportazioni di sfuso da Madrid sono diminuite del 20% nel 2012 mentre il prezzo medio è cresciuto del 33,7% (ne abbiamo parlato anche qui riportando i dati in proposito dell’Osservatorio spagnolo del Mercato del Vino – OeMV). Questo ha portato a una diminuzione delle richieste da parte di Russia ( -120mila ettolitri) e Cina ( -1,1 milioni di ettolitri). Nel frattempo le minori esportazioni dalla Spagna sono state parzialmente colmate da un incremento delle forniture di vini più convenienti da parte di Sud Africa, Brasile e paesi dell’ex Unione Sovietica.
La scarsa quantità magazzino ha dunque le conseguenze maggiori in Europa mentre ad esempio i prezzi del vino cileno in cisterna non sono cresciuti (si veda in proposito qui).
Nel corso dell’anno – ha dichiarato Stephen Rannekleiv, analista di Rabobank – sarà significativo vedere come i mercati sensibili ai prezzi reagiranno e se i consumatori accetteranno prezzi più elevati o preferiranno modificare le loro preferenze di consumo sostituendo il vino con altri alcolici.
FEB