Squadra che vince non si cambia e quindi Giovanni Busi è stato confermato presidente del Consorzio Vino Chianti per il prossimo triennio fino al 2019. Giovanni Busi, titolare dell’azienda Travignoli nel territorio del Chianti Rufina, è al terzo mandato e l’unanimità con la quale i produttori lo mantengono alla guida del consorzio è sintomo del molto buon lavoro fatto. E’ indubbio che Busi sia riuscito a riaccendere i riflettori sul vino Chianti a livello nazionale e internazionale, e che sia riuscito a ridare a quello che è il più grande consorzio vitivinicolo toscano – e tra i maggiori italiani – un ruolo di leadership anche a livello di confronto politico con il governo regionale. Alcune buone campagne promozionali hanno segnato positivamente i suoi primi due mandati. Innanzi tutto il restyling del logo che, ispirandosi allo smile intende rivolgersi a un pubblico giovane, curioso e positivo, ha segnato l’inizio del suo lavoro come presidente, e ha fatto capire quale fossero le sue intenzioni. Anche la campagna del “bevilo fresco” per rilanciare il consumo di Chianti nel periodo estivo va nella medesima direzione di un generale “ringiovanimento” del marchio che è sì storico, ma era anche un po’ appannato. Dal punto di vista dei rapporti con le istituzioni il Consorzio Chianti ha ripreso un ruolo forte e propositivo, riuscendo a ottenere non pochi benefici per i vitivinicoltori soprattutto in materia di sostegno al reimpianto dei vigneti. Ma Busi ha molto lavorato anche insieme agli altri consorzi, e senza dubbio ha avuto un ruolo centrale nella nascita di AVITO, il così detto “consorzio dei consorzi” che si pone oggi come interlocutore privilegiato per l’assessorato all’agricoltura della Regione Toscana. E’ di poche settimana fa, infine, la notizia della richiesta di un’importante modifica del disciplinare id produzione del Chianti arrivata ormai pressoché alla fine del suo iter e che va a incidere sulla fase dell’imbottigliamento. Il Consorzio ha infatti richiesto di limitare l’imbottigliamento di Chianti ai confini della Toscana, in modo da bloccare le richieste che vengono spesso anche dall’estero. La modifica non è di poco conto se si prendono in considerazione i tanti pseudo Chianti prodotti nel mondo, e starà al Consorzio e ai produttori renderla una importante leva di marketing e di comunicazione.
Nel ringraziare i produttori per la fiducia ancora una volta accordatagli, Busi ha sottolineato la necessità di continuare a trovare nuovi sbocchi commerciali e nuovi mercati, ma una delle sue principali preoccupazioni è quella di combattere quegli attacchi alla vitivinicoltura e all’agricoltura in generale che si stanno verificando sempre più spesso nel nostro Paese da parte della stampa generalista e che gettano pericolose ombre su tutto il settore agroalimentare italiano.
Patrizia Cantini