La consueta indagine affidata da Vinexpo alla società specializzata IWSR certifica che i consumi di vino sono destinati a crescere in maniera rallentata da qui al 2018. Il totale vino dovrebbe ammontare a 2,7 miliardi di casse, con una crescita misurata in Cagr dell’1%. Meglio gli spumanti rispetto a vini fermi: le bollicine guadagneranno globalmente l’1,5%, a 225 milioni di casse, mentre i vini fermi aumenteranno di circa 100 milioni di casse, per una crescita cumulata dell’1% (2,5 miliardi di casse).
A livello di Paesi, e cumulando insieme i consumi di vino e spumante, gli Usa si confermano primo mercato, con una crescita quadriennale del 3%, seguiti da Francia e Italia, entrambe in calo. Stabile la Germania, mentre il Regno Unito, dopo un periodo di appannamento nel 2009/13, grazie alle bollicine, arriverà a +1%. Cina e Hong Kong supereranno i 180 milioni di casse, per una evoluzione del 6%, la migliore in assoluto tra i principali Paesi consumatori.
Concentrando l’attenzione sui vini fermi, IWSR stima una riduzione progressiva del peso del continente europeo sul totale: 6 punti persi in nove anni, che verranno guadagnati dalle Americhe (al 24% nel 2018), ma soprattutto dall’Asia-Pacifico, previsto in aumento di 4 punti percentuali.
A livello di colore, IWSR stima crescite omogenee per bianchi e rossi (+1%), mentre la miglior performance (ma stiamo parlando di decimali) dovrebbe essere appannaggio dei rosati, che dovrebbero attestarsi a quota 228 milioni di casse.
Infine gli spumanti: la Germania resta primo mercato di consumi anche nel 2018, ma con crescita di poco meno dell’1%, come la Francia. Le performance migliori in Usa e UK, accomunati dalla scalata del Prosecco, dove si sta attorno al 3% cumulato. Buono anche il trend del mercato russo, che IWSR stima riprendereà a correre dopo questo periodo di crisi. Italia invece ferma a -1%.
Per effetto della riduzione/stabilità dei consumi in Europa e della grande crescita in Nordamerica, le quote per continente vedono uno spostamento di peso evidente, quantificato in 6 punti persi dal Vecchio continene, a vantaggio proprio di Usa e Canada soprattutto, ma anche Brasile (+4 punti in quattro anni). Stabile (ma in crescita sul lungo periodo) il contributo dato dai Paesi dell’Asia-Pacifico, attorno al 6% di quota sul totale.
Ultima nota, la tendenza dei consumi di vino in Italia. Da qui al 2018 si scenderà ulteriormente, a 274 milioni di casse, calo dovuto più che altro ai vini fermi, mentre gli spumanti sono previsti stabili a 9 milioni di casse. In dieci anni, il saldo è negativo per oltre 35 milioni di casse.
Fonte: IWSR e rielaborazioni Corriere Vinicolo