La cantina australiana Penfold ha recentemente annunciato di aver messo in vendita un vino a 168.000 dollari a bottiglia, anzi, per essere precisi, ad ampolla visto che il contenitore del prezioso “2004 Block 42”, Cabernet Sauvignon proveniente da un’unica vigna, è contenuto in uno prezioso contenitore conico realizzato a mano. La notizia potrebbe avere il solo carattere di curiosità se una recente ricerca, svolta dal team di Antonio Rangel, ricercatore di Caltech (California Institute of Technology) ed esperto di neuro economia, non avesse messo in relazione il costo del vino con la percezione del gusto. Attraverso l’uso della risonanza magnetica Rangel si è accorto che, facendo assaggiare due volte lo stesso vino, ma dichiarando ai tester un diverso prezzo, al momento dell’assaggio del vino con prezzo dichiarato più alto nel cervello degli assaggiatori le aree associate con il senso del piacere sono risultate più attive.
Che i consumi di vino siano influenzati non solo dal gusto ma anche dal contesto sociale (e quindi dal prezzo) è risaputo, ma, nel dettaglio, questa analisi suggerisce che probabilmente il nostro cervello utilizza il prezzo per anticipare o meno la percezione del sapore; il cervello dunque imparerebbe a fare un collegamento tra prezzo e gusto.
Risulta interessante anche il fatto che quando Rangel ha provato a far assaggiare a persone non esperte vini di prezzo diverso, senza dichiararne il prezzo, curiosamente i vini più economici sono risultati i più graditi. Stesso risultato quando la prova è stata ripetuta tra i soci del Club del vino di Stanford. Rangal ha però dichiarato che molto probabilmente se il test venisse fatto con sommelier professionisti i risultati sarebbero diversi.
FEB