L’eco del recente 26° Simei non si è ancora spenta, ma per noi espositori è già tempo di bilanci, da fare a caldo per non perdere le sfumature evidenziate da questa importante edizione. Importante perché segna il definitivo passaggio da un format tradizionale e ripetitivo, legato al passato, ad una visione molto più evoluta, dinamica e se vogliamo anche aggressiva, che ha caratterizzato questa ventiseiesima edizione, grazie al lungo e paziente lavoro di collaborazione tra Unione Italiana Vini e Anformape, iniziato con l’accordo siglato nel 2011.
Anzitutto la durata ridotta, per la prima volta di quattro giorni, che ha riscosso il plauso della maggioranza degli espositori: meno tempo ma meglio speso, con l’esclusione di un sabato che nelle ultime edizioni era sempre più una triste appendice della fiera vera e propria, con stand desolatamente vuoti e famigliole in visita agli stanchi espositori.
In secondo luogo l’organizzazione: attenta, precisa, rapida e adattabile alle richieste.
Infine i visitatori: migliorati sotto il profilo della professionalità, con l’azzeramento dei semplici “curiosi” (complice anche la soppressione del sabato), una migliore distribuzione delle visite nell’arco dei quattro giorni, una buona presenza di stranieri curati e coccolati dall’efficiente organizzazione tra VIP, Ambassador e delegazioni varie.
Si respirava un’aria nuova in Simei quest’anno, complice senza dubbio anche una rinnovata fiducia nell’economia che sta lentamente uscendo dall’impasse scaturita dalla crisi internazionale del 2008, e che anche nel mondo del vino sta lentamente riportando voglia di novità e di crescita. In definitiva, voglia di “business”.
I tanti espositori intervistati al riguardo hanno sottolineato la riuscita più che buona di questa edizione, con qualche appunto qua e là su particolari di certo migliorabili in futuro, ma anche con lodi per alcune iniziative che si sono aggiunte a quelle già introdotte due anni fa, tra cui spicca il Networking Event, vero momento conviviale di grande impatto, sicuramente aiutato dalla imponente e moderna scenografia di Fiera Milano, con la consegna dei Premi all’Innovazione, la sapiente regia di fondo e il catering molto curato.
Sono ricomparsi i “contratti” che erano molto scemati negli anni recenti, segno di una ritrovata propensione fieristica al business, e i contatti con i visitatori sono senza dubbio stati molto più apprezzati che in passato.
Insomma, una 26ma edizione che ha lasciato un dolce sapore in bocca e che non ha deluso le tante aspettative.
Manca ancora una forte connotazione all’internazionalità dell’evento, benché in leggera crescita, e su questo si basa la sfida dei prossimi anni.
L’annunciato accordo con fiera di Monaco e drinktec può essere la risposta giusta al momento giusto. Le nostre imprese raccoglieranno il guanto della sfida e non si tireranno indietro, ma occorreranno determinazione, volontà e grande collaborazione da parte di Unione Italiana Vini per accompagnaci in questa avventura.
Marzio Dal Cin
Presidente Anformape