Otto delle principali associazioni della filiera produttiva del settore vinicolo nazionale – Unione Italiana Vini, AGCI Agrital, CIA-Confederazione italiana agricoltori, Confagricoltura, Confcooperative, Federdoc, Legacoop Agroalimentare e Federvini – hanno chiesto al Governo Italiano e ai suoi ministri competenti un maggiore impegno sulla vicenda legata all’indagine anti-dumping e anti sussidi sull’importazione dei vini europei in Cina.
Una ritorsione, quella di cui è vittima il settore a livello europeo, i cui effetti economici e sociali rischiano di essere molto significativi. Solo l’Italia nel 2012 ha esportato vini in bottiglia di qualità e in piccola parte sfuso per 80 milioni di euro, con un trend di crescita negli ultimi anni molto promettente sia in termini di volume sia economici. Occorre quindi concentrare gli sforzi affinché il settore che molto ha contributo negli ultimi anni a sostenere l’export e a promuovere il made in Italy in Paesi emergenti non sia pesantemente compromesso con rischi sia in termini occupazionali sia economici.
“Non riteniamo giusto che le aziende esportatrici individuate dal governo cinese siano lasciate da sole – dice Domenico Zonin, presidente di Unione Italiana Vini – . Se le istituzioni affiancheranno con l’impegno politico e con il sostegno economico le aziende oggetto dell’indagine – per affrontare giuridicamente la situazione – aiuteranno nel contempo tutte le imprese vitivinicole italiane. Un segno della vicinanza delle Istituzioni ad un comparto qualificato e fondamentale per lo sviluppo economico nazionale e internazionale del nostro Paese. Tutta la filiera del vino italiano” – continua Zonin – “è unita nel chiedere ai ministeri di competenza – Sviluppo Economico, Politiche Agricole Alimentari Forestali, Affari Esteri, Affari Europei – un sostegno significativo, una risposta importante in difesa di tutto il nostro settore”.