Nel novembre 2014 il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali lanciò una consultazione pubblica on-line in tema di etichettatura (ne avevamo parlato qui), parte delle misure di ‘Campolibero’ della Legge Competitività.
Le undici domande del questionario, cui hanno risposto ben 26.500 persone, tra consumatori e operatori del settore, vertevano sull’importanza della tracciabilità dei prodotti, dell’indicazione dell’origine e della trasparenza delle informazioni in etichetta.
Più del 96% dei rispondenti ha dichiarato che è molto importante che sull’etichetta sia scritta in modo chiaro e leggibile l’origine dell’alimento; per l’84% è fondamentale ci sia il luogo in cui è avvenuto il processo di trasformazione, mentre l’80% ritiene che sia decisivo per la sua scelta che il prodotto agroalimentare sia fatto con materie prime italiane e si trasformato in Italia. Il 54% pone la sua attenzione al fatto che il prodotto sia “tipico”, il 45% invece verifica la presenza dei marchi Dop e Igp; l’attenzione al biologico è stata espressa dal 30% dei rispondenti.
Gli italiani sono poi particolarmente attenti al rispetto degli standard di sicurezza alimentare (9 rispondenti su 10), sette su dieci invece dichiarano l’importanza del rispetto dell’etica nella produzione, in particolare per quanto concerne la normativa sul lavoro.
Carni fresche e latte fresco sono prodotti per i quali è più alta l’attenzione dichiarata riguardo all’origine (95% dei rispondenti), seguono gli altri prodotti lattiero-caseari quali yogurt e formaggi (90%), la frutta e verdura fresca tagliata già pronta per l’uso (88%), le carni trasformate come salumi e insaccati, carne in scatola (87%) o il riso (81%).
Oltre 18mila persone, dunque il 70% dei partecipanti al questionario, ritiene fondamentale che sia indicato – in modo chiaro – in etichetta il sito di trasformazione, l’86% ritiene che questa fase sia svolta completamente in Italia.
Spendere di più per assicurarsi la certezza sull’origine e provenienza italiana di un prodotto è cosa accettata dalla gran parte degli italiani, lo ha dichiarato l’82%; di questi la metà è disposta a pagare dal 5 al 20% in più, proprio a questo scopo.
Il ministro Maurizio Martina ha dichiarato al momento della divulgazione dei risultati del questionario: “Abbiamo avuto una partecipazione straordinaria […] La risposta è stata univoca: l’indicazione chiara dell’origine della materia prima è un dato fondamentale per un’informazione trasparente e per la prevenzione delle frodi”.
I risultati della consultazione saranno presentati a Bruxelles, insieme a delle proposte incisive per rendere le norme nazionali sull’etichetta ancora più efficaci, in linea con le nuove disposizioni dell’Unione Europea. L’Italia si sta, infatti, battendo per il ripristino dell’obbligo d’indicazione dello stabilimento di produzione in etichetta, “da un lato – ha proseguito Martina – portiamo avanti una battaglia in Europa per la modifica del Regolamento e l’inserimento di questa informazione come obbligatoria, dall’altro stiamo lavorando con i tecnici della Commissione Ue per poter introdurre una norma nazionale che valga in Italia”.
I file con i risultati completi della consultazione è scaricabile qui, in calce al comunicato stampa del MIPAAF.
FEB