L’Italia nei primi tre mesi dell’anno ha esportato 4,9 milioni di hl (-8%) per 1 miliardo di euro (+7%), con prezzo medio in salita del 16%, a 2 euro al litro. Sulla stessa lunghezza d’onda la Spagna, che fa +5% (5,3 milioni di hl) e +15% (554 milioni di euro), per un prezzo medio in aumento del 10%, a 1 euro al litro. E allineata è anche la Francia, +5% (3,2 milioni di hl) e +9% (1,6 miliardi), con prezzo medio su del 4%, a poco meno di 5 euro al litro.
Dove invece si differenziano i tre Paesi? Sicuramente sull’andamento del segmento imbottigliato, che vede forti crescite dei francesi (+15% a valori, a 1,1 miliardi di euro) e degli spagnoli (+9%, a 321 milioni), mentre i nostri vini in bottiglia sono più affannati, guadagnando il 6,6% (795 milioni di euro), ma soprattutto rallentando le dinamiche a volume, con un magro +1% contro il +4% francese e lo sfavillante +8% messo a segno dagli spagnoli. A tirare la volata ai vini iberici in bottiglia sono soprattutto Igp e varietali, con questi ultimi che continuano a crescere a ritmi vertiginosi (+76% il valore incamerato a marzo), per un prezzo medio che ormai è il doppio di un “Vino de la Tierra” (1,84 contro 0,82). Non male nemmeno le Dop, che mettono a segno un +8%, per un prezzo medio su del 5%, a 3,14 euro al litro. Per avere un ordine di grandezza, un omonimo Dop italiano a marzo ha spuntato 3,82 euro al litro, segno che i mercati incominciano a riconoscere il giusto valore ai vini a Do spagnoli.
I nostri vini in bottiglia invece vedono le migliori performance nel segmento basic, con i vini comuni su di oltre il 23% sia a volume che a valore, per un prezzo medio stabile a 1,33 euro al litro. Bene a valori gli Igp, ma solo bianchi (+16%), mentre in frenata risultano i rossi, probabilmente penalizzati dal brusco aumento dei listini (+8%, a 2,83 euro).
Divise invece le dinamiche per quanto riguarda la spumantistica. Qui si assiste a un forte rallentamento dei francesi, che collezionano -7% in volume e valore, penalizzati dai cali patiti in Inghilterra (-23% a valore), Usa (-8%) e persino Italia (-14%). Mentre di contro volano i Cava, che segnano aumenti del 22% sul fronte monetario, con un prezzo medio di listino lievitato del 18% a 2,60 euro al litro. Ottimo l’andamento degli spagnoli in Germania, Giappone e UK (oltre +30% a valori), così come in Italia (+88%).
Italia che sul fronte bollicine (ci si perdoni il termine in Franciacorta…) si allinea alla Spagna, vedendo crescere i valori del 13%, contro un calo del 6% dei volumi. Male l’Asti (-19%, e addirittura -30% a volumi), mentre vanno bene le cose per gli spumanti Dop, Igp e varietali.
Sul Corriere Vinicolo n. 24 un’ampia disamina dell’export primo trimestre dei tre Paesi, con il dettaglio delle tipologie (Dop, Igp, varietali, comuni, spumanti, frizzanti).
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Istat, Dogane francesi e Oemv