Il Giappone è un Paese fertile per gli esportatori di vino, ma con un terreno ancora tutto da preparare. Le potenzialità sono buone, lo raccontano diversi indicatori economici e trend di consumo: la grande distribuzione aumenta la gamma d’offerta e il numero delle bottiglie sugli scaffali e la ristorazione e i wine bar promuovono la conoscenza del vino e si fanno promotori di mode e stili di consumo occidentali. I consumi pro capite sono ancora molto bassi, 2,3 litri nel caso dei vini fermi e 0,3 per spumanti e champagne, in base ai dati Euromonitor del 2014, ma una ricerca Rabobank registra un’attenzione ai prodotti di pregio e una crescente incidenza del consumo fuori casa. In particolare, il consumo di alta fascia si sta assottigliando, ma c’è un mercato in forte espansione che richiede vini di prezzo inferiore ai 500 yen a bottiglia, circa 5 dollari al cambio 2014. Al momento i vini comprati dai giapponesi sono di produzioni prevalentemente nazionali (da mosti importati), o di vini sfusi, anche esteri, per lo più cileni, Paese a cui il Giappone è legato da accordi commerciali di libero scambio.
Lo scenario economico rimane comunque fragile e sul numero 33 de Il Corriere vinicolo se ne delineano i vari aspetti. E anche il quadro socioeconomico influenza il potenziale del mercato del vino, dal reddito medio all’età media che avanza (gli over 65 sono un quarto della popolazione). Nell’articolo integrale si analizza il mercato del vino in Giappone, ancora piccolo rispetto ad altri alcolici, birra in primis, ma in crescita. Secondo dati Euromonitor, nella dimensione monetaria, l’enologia rappresenta oggi un market-share del 10% circa sul totale alcolici, ma la sua incidenza potrebbe arrivare all’11,5% tra cinque anni. Si approfondisce inoltre il quadro delle vendite di vino (fermi e spumanti) per canale, off-trade (modern trade, piccolo dettaglio e negozi specializzati) e on-trade (pub, ristoranti food service), dal 2009 a oggi e con le proiezioni fino al 2019, la composizione delle vendite volume per colore (rossi, bianchi, rosé). E infine si entra nel dettaglio delle price point analysis, che permettono di valutare il mercato nelle diverse fasce di prezzo, dove si evidenzia una forte concentrazione delle vendite offtrade nel range tra i 6 e i 19 dollari/bottiglia, sia dei rossi, sia dei vini bianchi.
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