L’Amarone della Valpolicella negli Stati Uniti? I consumatori americani lo scelgono perché è italiano, è “classico” e versatile, tanto da essere perfetto sia per le cene con parenti e amici, sia per festeggiare le occasioni importanti anche tra le mura domestiche. Queste le ragioni dell’appeal dell’Amarone che emergono dall’indagine 2016 dell’Osservatorio Vini Valpolicella commissionata dal Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella a Wine Monitor di Nomisma che mappa il modello di consumo di vino in USA, con particolare riferimento ai rossi italiani e alle denominazioni della Valpolicella sulla base di un campione di 750 consumatori di vino rosso, tra i 21 e i 65 anni, residenti in California, New York, Texas, Washington, Stati in cui il vino rappresenta una realtà rilevante, per consumo pro capite o per le dinamiche d’importazione di vino imbottigliato.
“L’indagine evidenzia una percezione assolutamente positiva dei nostri vini presso i consumatori di vino rosso statunitensi – sottolinea Christian Marchesini, presidente del Consorzio. Un dato molto importante e beneaugurante in un mercato che oggi rappresenta la destinazione di oltre il 10% della produzione di Amarone. Se ben il 25% del campione associa le caratteristiche distintive di questo vino alla ‘Qualità’ e un ulteriore 14% allo ‘Stile italiano’, ci sono margini per aumentare le performance del nostro vino di punta. E va bene anche per gli altri vini della Valpolicella nel loro complesso, per i quali i descrittori più citati sono ‘tradizione’, ‘qualità’ e “classico’”.
“Gli USA – osserva Olga Bussinello, direttore del Consorzio – sono la principale destinazione dei vini italiani per una quota di mercato del 26% in valore. Un mercato su cui la competizione degli altri Paesi è molto agguerrita. Se allarghiamo lo sguardo all’export su tutti i mercati, l’Italia si posiziona al secondo posto dopo la Francia, in valore e volume, grazie al ‘peso’ del Veneto che da solo ricopre il quarto posto in valore. Un valore a cui molto contribuiscono i vini della Valpolicella, anche negli Stati Uniti. Se il 10% della produzione di Amarone raggiunge gli Usa, le percentuali salgono al 14% per il Valpolicella e al 21% per il Ripasso”.
La notorietà spontanea (cioè senza la proposta di una lista di risposte) dei vini della Valpolicella negli Stati Uniti risulta significativa: il 3% dei red wine consumer cita spontaneamente l’Amarone come primo vino rosso italiano a cui pensa e un ulteriore 2% cita la denominazione Valpolicella. Se poi si restringe il campo a coloro che consumano vino rosso italiano, si sale al 4% per l’Amarone e al 2,4% per la doc Valpolicella. Se posto di fronte a un elenco di vini rossi italiani, l’11% degli americani riconosce e dichiara di aver consumato almeno una volta nell’ultimo anno il Valpolicella. Ben il 10% ha bevuto Amarone negli ultimi 12 mesi, mentre il tasso di penetrazione del Ripasso e del Recioto è leggermente inferiore: rispettivamente 9% e 6%. Complessivamente, il 17% dei consumatori americani ha bevuto almeno una volta i vini della Valpolicella.
Per il consumo di Amarone l’occasione speciale è la più comune anche nelle situazioni di consumo domestico (41%); gli altri vini della Valpolicella, invece, vengono bevuti soprattutto durante i pasti (41%). Chi consuma il Grande Rosso della Valpolicella lo fa soprattutto fuori casa – il 44% lo ordina spesso al ristorante e l’11% in enoteche e wine bar – e in occasioni speciali come compleanni o anniversari (il 31% di chi consuma fuori casa). L’occasione più segnalata? Quella della cena “romantica” (26% di chi consuma fuori casa), a cui seguono, quasi a pari merito, le occasioni speciali e le cene di divertimento tra amici (25% e 23%). Il consumo fuori casa in ristoranti (47%) e altri locali (7%) è prevalente anche per gli altri vini della Valpolicella.
Tra le nuove tendenze indicate dai consumatori statunitensi spiccano la propensione verso i vini “naturali”, con il 40% delle citazioni, verso quelli biologici (25%) e verso i vini provenienti da vitigni autoctoni (24%).
Sempre secondo l’indagine svolta da Wine Monitor, la propensione all’acquisto dell’Amarone negli USA è, ovviamente per il posizionamento di prezzo, più elevata tra i consumatori con reddito medio-alto, rispetto a quelli con redditi medio-bassi (15% vs 2%). Bevono più Amarone gli uomini (tasso di penetrazione del 13% contro il 6% delle donne) e coloro che hanno un elevato titolo di studio (16% contro il 3% di chi ha livelli di scolarizzazione più bassi). Anche l’età conta: nella fascia dai 23 ai 35 anni il tasso di penetrazione sale al 16% (contro il 2% degli over 56).
Quanto al territorio, la propensione al consumo è più alta nello lo Stato di New York.
“Non è certo una sorpresa per noi che – racconta Olga Bussinello, direttore del Consorzio – stiamo lavorando da anni con eventi e degustazioni mirate agli influencer newyorkesi, consapevoli che la città di New York, in cui si concentra quasi la metà della popolazione di tutto lo Stato, è il centro culturale più attivo e vivace degli Stati Uniti, dove si generano le tendenze”.
Come già rilevato dall’indagine svolta l’anno scorso sul Canada, il tasso di penetrazione dell’Amarone cresce fino al 24% tra gli americani che sono stati in Italia nell’ultimo anno e al 13% tra coloro che hanno familiari di origini italiane, a riprova dell’importanza che hanno le esperienze di viaggio nei luoghi di produzione e le radici.
Anteprima Amarone 2013 è organizzata dal Consorzio di Tutela Vini Valpolicella con la partecipazione di 78 aziende che presentano l’annata 2013 e una selezione di annate storiche.
L’evento, in collaborazione con AGSM, ATV, Banco Popolare, Faberest, Grafiche Valpolicella, Idea Grandimpianti, Stipa Spa, VDglass, Volkswagen Group Italia Spa si svolgerà al Palazzo della Gran Guardia dal 28 al 30 gennaio 2017 (sabato 28: ore 9,30-17 riservato alla stampa; domenica 29:ore 10-19 aperto al pubblico e lunedì 30: ore 10-17 riservato agli operatori).
www.anteprimaamarone.it e Facebook.
A questo link l’elenco completo delle cantine partecipanti.