Le esportazioni di vino dagli Stati Uniti d’America hanno raggiunto nel 2016 il valore di 1,62 miliardi di dollari e il volume di 45,9 milioni di casse, quindi circa 4,127 milioni di ettolitri. Dati questi comunicati a metà del mese corrente dal Wine Institute.
Si tratta, in valore, di un nuovo record che, con un incremento dell’1% sull’anno passato conferma, conferma il già ottimo risultato raggiunto nel 2015, quando le esportazioni di vino dagli USA erano cresciute del 7,6% (si veda qui).
Cambio di tendenza per il volume, visto che contrariamente a quanto avvenuto l’anno passato sul precedente (+4%) il 2016 vs 2015 ha fatto segnare il -10%, segno prima di tutto che la premiumization caratterizza oggi non solo i consumi ma anche il mercato estero del vino americano.
Il 90% del vino statunitense spedito oltreconfine parte dalla California, dov’è concentrato il 45% delle cantine statunitensi (per questo dato si veda qui); come sottolineato da Linsey Gallagher, vice Presidente dell’Istituto californiano, in dieci anni l’export californiano è cresciuto in valore del 78%, nonostante i dazi e le sovvenzioni ricevute da altri competitor internazionali, e grazie all’impegno dello stesso Wine Institute nella promozione del vino.
Il Regno Unito, parte della prima destinazione per volume e valore del vino made in USA, cioè l’Europa (con un valore totale di 685milioni di dollari), ha contribuito in modo significativo alla tendenza valore verso l’alto prima menzionata. Verso l’UK le spedizioni si sono incrementate ancora, questa volta del 18% in valore e del 5% in volume.
Secondo mercato di destinazione il Canada (431 milioni di dollari). Seguono Hong Kong, (99 milioni di dollari), il Giappone (87 milioni), la Cina continentale (82 milioni); +47% in valore e +11% in volume), il Messico (24 milioni), la Corea del Sud (23 milioni) la Svizzera (23 milioni), Singapore (19 milioni) e le Filippine (13 milioni di dollari).
FEB