L’introduzione del prezzo minimo unitario (MUP) per l’alcol proposto dal governo scozzese – che ha sollevato forti proteste da parte di diversi Paesi europei, Italia compresa – non è legittimo alla luce della normativa comunitaria perché “obiettivi e mezzi non sono in linea tra di loro e perché le accise possono essere utilizzate al posto del MUP con anche un risultato migliore”. Ad esprimere l’autorevole giudizio negativo è stato, lo scorso 3 settembre, l’avvocato generale della Corte di giustizia europea, Yves Bot, che ha reso pubblico il proprio parere sul tema, opinione rilevante perché di solito le conclusioni dell’avvocato generale precedono (e quasi sempre anticipano) il pieno giudizio della Corte di giustizia. Ma se per Yves Bot il MUP scozzese è illegittimo, non è incompatibile con l’Ocm, come sostenuto dai Paesi contestatori. “Questo parere segna una tappa importante nella battaglia contro il MUP, illegale, a nostro avviso secondo il diritto dell’Unione europea – ha dichiarato il neo-segretario generale del CEEV, Ignacio Sánchez Recarte -. Tuttavia le conclusioni dell’avvocato generale non fanno giustizia sull’incompatibilità di questa misura con i principi stabiliti dal regolamento Ocm da noi sostenuta. Attendiamo la sentenza definitiva della Corte di giustizia dell’Unione europea prevista per l’inizio 2016 – ha concluso Sanchez -. Il CEEV resta convinto che l’abuso di alcol può essere regolato da comprovate ed efficaci misure ben diverse dalle restrizioni fiscali. In questo senso, abbiamo la ferma intenzione di continuare a promuovere il consumo di vino responsabile e moderato come norma sociale e culturale attraverso il nostro programma Wine in Moderation – Art de Vivre (WIM)”.