IWSR ha rilevato un’accelerazione della diminuzione del consumo mondiale di bevande alcoliche. Il calo, già segnalato da altre società di ricerca (tra cui Euromonitor International (ne abbiamo recentemente parlato qui), registrato per il 2016 sull’anno precedente è stato secondo IWSR del 1,3%, percentuale che si deve confrontare con una media del -0,3% degli ultimi cinque anni (qui il comunicato stampa).
L’erosione globale del consumo di birra è stata del -1,8%, quando la media registrata per gli ultimi 5 anni è -0,6%. Principali responsabili i bevitori di Cina (calo del consumo 4,2% vs 2015), Brasile (-5,3%) e Russia (-7,8%).
In linea con la media di lungo periodo, la lieve diminuzione del consumo globale di vino, -0,1%, con i vini fermi che perdono lo 0,5% e gli spumanti che crescono del 1,8%.
Il 2016 è stato invece un anno in positivo per i superalcolici, +0,3% vs 2015. La crescita di categoria, con il gin al +3,7%, la tequila al +5,2% e il whisky al +1,7%, è stata però rallentata dal consistente calo del consumo di Vodka, -4,3% nella media globale ma ben -9,3% in Russia, il maggior consumatore al modo di questo distillato. Mercati chiave per la crescita della categoria spirits sono stati invece Cina, Stati Uniti e Messico.
Il mercato del sidro si è infine contratto dell’1,5%, facendo segnare una significativa inversione di tendenza dopo anni si solida crescita. Ne sono responsabili il Sudafrica e ancora di più gli Stati Uniti, dove nel 2016 è stata registrata una contrazione di questo mercato del 15,2%, dopo anni d’incremento dei consumi a doppia cifra.
Il calo dei consumi globali di bevande alcoliche si rallentare nei prossimi anni, IWSR, infatti, prevede addirittura una crescita di questo mercato dello 0,8% entro il 2021. Ne saranno probabilmente protagonisti il whisky, la birra (in Asia e nei mercati sub sahariani) e gli spumanti.
FEB