Ormai non fa più notizia, ma ogni volta che si guardano ai consuntivi il Prosecco sorprende sempre. Oggi guardiamo ai dati di vendita di spumanti negli Usa, settore off-premise, quindi liquor stores e supermarket. Nel 2013, il Prosecco ha chiuso con una crescita di quasi il 30% sia a volumi (poco meno di 800.000 casse da 9 litri), e sia a valori, arrivando a 113 milioni di dollari. Oggi il vino Doc-Docg che porta in etichetta il nome Prosecco vale la metà di tutte le vendite di spumanti realizzate dall’Italia su questo mercato fondamentale e in continua crescita. Nell’anno appena passato, secondo il consuntivo Nielsen, in America si sono vendute 8 milioni di casse di bollicine (+4%), per un valore salito del 5%, a 1,1 miliardi di dollari.
Cresce anche l’Italia, ovviamente, trainata dal Prosecco, con un consuntivo a volume di 1,7 milioni di casse (+7%), accompagnato da un aumento a valori dell’11%, a 213 milioni di dollari. Stabili sia gli Champagne (il calo a volume è compensato da un aumento a valore del 2%), sia i Cava spagnoli.
Ed eccoci alle vendite per tipologie (vini importati), con il Prosecco leader di mercato che supera a volume anche il Moscato (a valori il sorpasso era già avvenuto l’anno scorso).
Il balzo del 2013, come abbiamo detto, porta le bollicine venete-friulane ad avere un peso sempre maggiore sul bilancio della spumantistica italiana in Usa: il 53% del fatturato dei marchi italiani in America è fatto dal Prosecco, 7 punti in più in un solo anno.
Infine, una nota sui prezzi medi di vendita: come si vede dal grafico, il Prosecco è riuscito a tenere inchiodati i listini, garantendo una continuità di filiera fino allo scaffale.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Nielsen