Il Castello di Roppolo, che dall’alto della sua collina domina la piana del Lago di Viverone, ha ospitato, giovedì 22 novembre scorso, l’annuale evento dedicato ai risultati climatici e tecnici dell’annata in corso, con alcune utili indicazioni anche di tipo economico.
Il primo elemento balzato all’attenzione è scaturito dalla relazione dell’assessore all’Agricoltura piemontese, Claudio Sacchetto: il dato della produzione 2012 che a lungo sembrava dibattuto tra chi confermava le previsioni dell’agosto scorso e chi invece sosteneva che c’era stata una variazione in fase produttiva con una tendenza al rialzo. In effetti, hanno avuto ragione i primi, e noi tra questi: la produzione vinicola piemontese 2012 è stata di 2.410.000 di ettolitri, il 10% in meno del 2011 e il 15% in meno del 2010. Una conferma di quanto è successo in Italia e in gran parte dei paesi vitivinicoli europei, dove il saldo tra 2012 e 2011 è rimasto deficitario.
“Il coraggio delle scelte” era lo slogan che caratterizzava la manifestazione e Giulio Porzio, presidente della Vignaioli Piemontesi lo ha fatto proprio per ribadire come il mondo agricolo legato alla vite debba in prospettiva futura intraprendere azioni ancora più coraggiose rispetto a ciò che ha fatto finora. “Penso al mercato – ha sottolineato Porzio – e in particolare alla necessità di guardare al consumatore finale per intavolare con lui un ragionamento di grande efficacia, che sappia attribuire al rapporto diretto una valenza ancor più autorevole.”
“In effetti, – ha ricordato Porzio – l’Anteprima Vendemmia è sempre stata per il nostro mondo l’occasione per lanciare delle sfide. L’abbiamo fatto con le chiusure alternative, i tappi a vite in alternativa al sughero, con i bag in box in sostituzione della bottiglia o, meglio, di un certo tipo di sfuso destinato al consumatore finale. Oggi, dobbiamo farlo con un atteggiamento più consapevole verso il mercato e il consumo, anche per contribuire a frenare quella discesa del consumo pro-capite che stavolta sembra rallentare.”
Il racconto dell’evoluzione climatica e della situazione qualitativa delle uve è toccata a Daniele Dellavalle, responsabile tecnico della Vignaioli Piemontesi. Se vogliamo, possiamo classificare il clima 2012 come un andamento non convenzionale, nel senso che spesso ha fatto caldo e freddo nei tempi sbagliati. Ci sono state alcune anomalie climatiche così sintetizzabili: il grande gelo della prima parte di febbraio, il caldo di marzo, il ritorno del freddo tra aprile e maggio e poi il caldo afoso di agosto. La vite, comunque, ha reagito da par suo e così oggi possiamo unanimemente parlare di un’annata tra le 4 e le 5 stelle.
Il massimo exploit qualitativo (5 stelle) l’hanno fatto registrare cinque vitigni: Barbera, Brachetto, Arneis, Freisa e, in parte, il Nebbiolo (4,5 stelle). Per tutti gli altri, la valutazione pignola dei tecnici ha riservato le 4 stelle. Comunque, un risultato ragguardevole.
Se poi la cantina saprà confermare i valori della vigna, allora potremo aggiungere un’altra annata di grido alle tante che già si sono segnalate tali tra il 1995 e il 2011, con poche eccezioni (probabilmente lo stesso 1995 e il 2002).
Ai tanti appassionati dei vini piemontesi che vi sono in giro per il mondo possiamo inviare un altro messaggio confortante: anche il 2012 permetterà loro di brindare con vini di assoluta qualità e piacevolezza. Naturalmente, firmati Piemonte.
Nel pdf allegato, alcuni dati economici del piemonte del vino