Torino. Anteprima Vendemmia 2011, la manifestazione che, a un solo mese dalla vendemmia, fa il punto sulla situazione vitivinicola in Piemonte, è stata anche quest’anno l’occasione rituale per gli attori della filiera per esaminare i dati produttivi della recente annata agricola, raccolti e analizzati in una corposa pubblicazione dalla Vignaioli Piemontesi.
Un’annata, a giudicare dalle parole del direttore Gianluigi Biestro, che ha tenuto i viticoltori con il fiato sospeso per la bizzarria climatica, calda nei momenti più inattesi come l’inizio della primavera o la tarda estate, alla quale il vigneto Piemonte ha però reagito bene, quasi senza problemi fitosanitari, gratificando i produttori con uve ottime per nebbioli, arneis e dolcetti e con punte di eccellenza per i vitigni Barbera, Brachetto, Cortese (soprattutto a Gavi), Freisa, Grignolino e Moscato. E il 2011 ha dato alla luce in Piemonte un’annata straordinariamente “ecologica”, data la scarsità di trattamenti richiesti.
I numeri dicono che il vigneto piemontese, con 47.042 ettari coltivati, rappresenta circa il 7% del vigneto italiano e poco meno del 6% della produzione di vino nazionale pari a 2.682.701 ettolitri prodotti nel 2011 (-12,6% sul 2010). Con 18 vini a Docg e 42 Doc che coprono l’85% della produzione regionale, il vino piemontese ha realizzato in export 1,176 milioni di euro nel 2010, pari a circa il 16% dell’export vitivinicolo nazionale e al 32% del valore totale dell’export agroalimentare piemontese. E le attese per il consuntivo 2011 sono in crescita.
La vocazione internazionale dei vini piemontesi si evidenzia nei dati: il Piemonte esporta infatti il 60% del vino prodotto (contro la media italiana del 47%), per un terzo costituito da Asti spumante e Moscato d’Asti. Il 70% prende la strada del mercato europeo e il 30% va verso i paesi extraeuropei.
Ma il vigneto piemontese raccoglie in questa occasione i suoi stati generali anche per conoscere lo stato dell’arte, dal mercato ai provvedimenti europei, alle iniziative regionali. Coordinati dal giornalista Giancarlo Montaldo, si sono confrontati a turno i responsabili dei Consorzi di tutela dell’Asti, di Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Roero, del Gavi e dei Vini d’Asti e del Monferrato e delle associazioni dei produttori Vignaioli Piemontesi e Produttori Moscato.
Sul campo anche provocazioni come la proposta di aumentare di almeno 1.000 ettari il vigneto Moscato del presidente del Consorzio dell’Asti, Paolo Ricagno, in considerazione del boom del Moscato sul mercato americano. O il suggerimento di mantenere delle riserve per sopperire alle cicliche crisi di mercato del presidente della Vignaioli Piemontesi, Giulio Porzio, preoccupato dell’eccessivo spostamento di risorse sulla promozione.
La buona notizia infatti, data dall’assessore regionale Claudio Sacchetto, è che la regione Piemonte, forse quella che ha investito di più in promozione, ha predisposto la fusione della dotazione finanziaria 2012/2013 derivante dalla misura 133 dell’Ocm vino, con spendibilità nel 2012. Per l’occasione è stata presentata dal suo presidente Andrea Ferrero la società consortile “Piemonte Land of perfection”, nata a luglio grazie alla mediazione della Regione, che sarà la cabina di regia non solo per la promozione, ma anche per la ottimizzazione della gestione dei fondi. L’obiettivo è di fare massa critica sui mercati, presidiando quelli consolidati e individuando quelli in crescita, fare penetrare direttamente alle aziende tali mercati, potenziare il controllo su sopraffazioni e contraffazioni. Sono 7 i soci fondatori: il Consorzio di Tutela dell’Asti docg, il Consorzio di Tutela del Barolo Barbaresco Alba Langhe e Roero, Consorzio di Tutela vini d’Acqui, il Consorzio di Tutela dei Vini d’Asti e Monferrato, la Produttori Moscato Associati, la Vignaioli Piemontesi, la Cantina Sociale di Canelli.
La vera notizia, come sostiene il presidente Ferrero, è che per sostenere le aziende vitivinicole piemontesi nella competizione globale, si sono messi tutti insieme.
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