Un mercato piatto, dove nei tre mesi conclusi a fine aprile i volumi venduti nel settore off-trade sono in contrazione del 3%, e che vede alzarsi solo la colonnina dei prezzi (+5%), che porta il valore dlle vendite a 1,2 miliardi di sterline, +2% rispetto al corrispondente periodo dell’anno passato.
E’ la fotografia dell’Inghilterra di oggi, dove si spende ogni giorno di più per portarsi a casa lo stesso vino di sempre, che anno dopo anno – causa aumento progressivo e programmato delle accise – sale di fascia, per abbandonare quelle più basse – sotto le 5 sterline – per andare verso 6 e oltre.
Se invece che al trimestre allarghiamo lo sguardo all’anno terminante a fine aprile, vediamo bene il fenomeno: arretrano del 63% i vini prezzati fino a 3 pounds a bottiglia e del 19% quelli con prezzo oltre tale soglia, ma fino a un massimo di 4 sterline. Classe, quest’ultima, in cui si concentra una quota rilevante dei consumi. Il bilancio delle vendite non mostra invece variazioni da un anno all’altro per le etichette al di sopra dei 4 pound ma entro le 5 sterline, ambito in cui si raccoglie un’altra grossa fetta degli acquisti retail. Mentre sono le classi successive, da 5 pound in su a crescere a tassi significativi: +32% le bottiglie prezzate fino a 6 sterline, +15% quelle fino a 7, +30% tra 7 e 8 pound. Cresce anche il segmento di fascia alta, costituito dai vini con prezzo al dettaglio superiore alle 10 sterline, con aumenti annuali del 33%.
Stesso speculare andamento nelle performance trimestrali: nelle 12 settimane al 28 aprile di quest’anno le bottiglie sotto 3 pound calano a volume del 63%, del 16 quelle prezzate tra 3 e 4. Aumenti tra il 16 e il 20% per le classi da 5 a 8 sterline.
Fonte: Nielsen
Sul prossimo numero del Corriere un’ampia disamina del mercato inglese, con i dati completi per Paese e per settore (off e on-trade). Tutte le statistiche aggiornate nella sezione Statistiche, per gli abbonati Premium