“La Calabria è una terra incredibilmente ricca e varia: abbiamo una varietà genetica, di suoli, di territori. Praticamente in ogni paese si produce vino: eppure nell’immaginario comune raramente la nostra regione viene associata a questo prodotto. Il nostro obiettivo è prima di tutto quello di promuovere il marchio Calabria attraverso il vino, in Italia e nel mondo”. Così ha esordito Nicodemo Librandi, titolare dell’omonima azienda vitivinicola di Cirò (Kr) e presidente del progetto EuVite, nell’incontro di presentazione dello stesso in prima assoluta alla stampa milanese lo scorso 7 maggio, presso lo Starhotels Rosa Grand.
Nato nel 2008, EuVite è oggi il primo progetto di promozione di vini autoctoni calabresi in Italia e nel mondo e rappresenta per il Sud un modello di aggregazione fra produttori che condividono la passione per il vino e per la terra.
EuVite, che si avvale della collaborazione dell’Informatore Agrario, riunisce oggi cinque aziende – oltre alla capofila Librandi, Malaspina di Melito Porto Salvo (Reggio Calabria), Poderi Marini di San Demetrio Corone (Cosenza) Serracavallo di Bisignano (Cosenza) e Statti di Lamezia Terme (Catanzaro) – tutte presenti all’incontro milanese con le loro etichette di punta, anche se il progetto è aperto alle realtà vitivinicole calabresi che ne condividano la filosofia.
“Siamo venuti a Milano perché è tempo di far conoscere EuVite – ha dichiarato Alberto Statti, che conduce con il fratello l’omonima azienda -. Vogliamo valorizzare il brand Calabria, facendo emergere le positività della nostra regione e per fare questo lavoriamo insieme al di là dei marchi delle singole aziende”. In sintesi, recuperare vitigni autoctoni per riconquistare un’identità territoriale ed essere all’altezza dei mercati internazionali.
“Nei primi anni Novanta ero a una fiera a Bruxelles – ha spiegato Librandi – . Mi sono chiesto come potevo confrontarmi con i vini ottenuti da vitigni internazionali. La risposta è stata di puntare sulle particolarità del territorio da cui nascevano i vini calabresi e la loro riconoscibilità”.
Un progetto, quello di EuVite, supportato da una importante attività di ricerca scientifica orientata verso una approfondita indagine ampelografica e virologica dei vitigni. “La ricerca sul patrimonio viticolo autoctono regionale avviata una ventina di anni fa e con pochi eguali in Italia – ha sottolineato il presidente dell’associazione – sta dando i suoi ultimi frutti: 8 cloni di Gaglioppo, 10 di Magliocco e 2 di Pecorello. Un lavoro che è stato possibile grazie ai contributi della Regione Calabria e al supporto del CRA di Conegliano Veneto e che oggi continua con il saggio dei portinnesti più adatti, in particolare, a uno dei cloni di Gaglioppo”.
Per le cinque aziende il primo traguardo, forse quello più difficile, del “fare rete” è stato raggiunto: la nuova sfida, dichiarano, sarà la strutturazione e la promozione di una strada dei vini e dei sapori di Calabria per aprire le porte a un movimento del turismo del vino anche in questa regione. E già dai prossimi mesi EuVite ha in programma di avviare una serie di iniziative di comunicazione e corsi di formazione per promuovere e diffondere la cultura del vino calabrese.
L.Z.
Nella foto, da sinistra: le sorelle Patrizia e Domenica Malaspina (azienda Malaspina di Melito Porto Salvo, Reggio Calabria); Nicodemo Librandi (presidente di Euvite e proprietario dell’azienda Librandi di Cirò, Crotone); Alberto Statti (azienda Statti di Lamezia Terme, Catanzaro); Flaviana Stancati (azienda Serracavallo di Bisignano, Cosenza); Maria Paola Marini (Poderi Marini di San Demetrio Corone, Cosenza)