Pubblichiamo la lettera ricevuta dal presidente del Gruppo Vinicolo di Unindustria Treviso, Ivo Nardi, su alcuni recenti fenomeni di ingiustificato ribasso dei prezzi del Prosecco Doc.

Il prosecco Doc rappresenta una storia di successo che vede questo vino continuare ad affermarsi nei mercati esteri, sia europei che extraeuropei. E’ un prodotto che piace per la sua leggerezza, facilità alla beva, spirito giovane e vivace e per un competitivo rapporto qualità/prezzo.
E’ una crescita promettente che presenta anche ulteriori potenzialità di sviluppo. Bene sta operando in tal senso il Consorzio di tutela che opera lungo tutte le componenti della filiera produttiva (viticoltori, cantine sociali e imbottigliatori) per far condividere le strategie per la regolazione della produzione in base alle richieste di mercato così da mantenere quella stabilità dei prezzi che è poi l’esito di una domanda consolidata com’è quella del prosecco doc.
Si registrano altresì dei fenomeni – per fortuna limitati – di alterazione, ingiustificata, al ribasso dei prezzi provocata da condizioni peculiari all’interno di singole aziende.
Possiamo ricondurre tali comportamenti a due diverse tipologie:
- aziende insediate esclusivamente o prioritariamente sul mercato domestico che per effetto del calo dei consumi, soprattutto nel segmento dell’Ho.Re.Ca., a causa della crisi puntano alla sola competizione sul ribasso del prezzo anziché pensare, con maggiore lungimiranza, ad investire nella propria internazionalizzazione.
- La seconda tipologia, la più deleteria, è quella costituita da quelle aziende, spesso di grandi dimensioni, che dispongono di volumi rilevanti e decidono di adottare la politica del prezzo per acquisire clientela, strappandola ai concorrenti. Parliamo quindi di dumping, che come ogni manuale di economia insegna, è pericoloso per il mercato e devastante per il territorio. E’ un comportamento miope che causa la perdita di reddito ai viticoltori, toglie risorse preziose alla filiera, limita l’attività d’innovazione per rafforzare il prodotto per il futuro.
Il Gruppo Vinicolo di Unindustria Treviso, al quale aderiscono le più importanti aziende vinicole e cantine sociali imbottigliatrici del prosecco nel Trevigiano, come pure le cantine che operano col prosecco doc al di fuori della provincia di Treviso e della regione Veneto, hanno espresso pubblicamente una ferma dissociazione e condanna di queste alterazioni sul corso del prezzo.
Le aziende del nostro Gruppo hanno scelto di privilegiare le relazioni commerciali tra aziende che condividono gli obiettivi più generali, fortemente sostenuti dal Consorzio di Tutela, di rafforzamento della rete che ha come obiettivo il sostegno al reddito, per un lungo periodo, del nostro prezioso territorio.
Riteniamo necessario, e corretto anche per i consumatori, dare pubblicamente espressione a questa situazione, che forse in passato sarebbe passata sotto traccia, proprio in considerazione della visibilità e del pregio raggiunto dal prosecco in questi anni e dell’importanza che esso ricopre per l’economia trevigiana e veneta.
Il merito primo, come detto, è del Consorzio di tutela che coordina l’attività di più di 10.000 viticoltori, 1.300 vinificatori e 300 aziende vinicole e che nel raccordo tra le componenti della filiera pone sempre al centro il territorio rispetto alle singole iniziative private.
I risultati si vedono nei numeri, dove si evidenzia una sorprendente e continua progressione, dai 150 milioni di bottiglie prodotte con la vendemmia 2010, ai 260 milioni potenziali per la vendemmia 2013.
Il mercato conferma anche in questo periodo l’interesse per le bottiglie di Prosecco Doc. L’imbottigliamento totale del 2013 (gennaio-ottobre) è superiore del 28,8% rispetto allo scorso anno.
Già ora stiamo esaurendo le scorte vendemmia 2012 (la giacenza massima al 31 ottobre è stimata da Valoritalia in 80.000 hl), e per soddisfare il picco di domanda di fine anno bisognerà attingere alle basi della nuova vendemmia.
La gestione del potenziale produttivo sta dando i suoi risultati e permette di effettuare proiezioni attendibili per il 2014. La previsione della produzione 2013, al netto dello ‘stoccaggio’ obbligatorio, attesta una disponibilità di 1.950.000 hl. Nel 2012 era 1.850.000 hl; applicando a questa una più che plausibile crescita del 10%, il fabbisogno 2014 risulta prossimo ai 2.000.000 di hl, perfettamente in linea con la crescita della produzione. Come si evince dai dati elaborati dal Professor Vasco Boatto del Cirve di Conegliano, riportati qui sotto, emerge che, visti i trend di crescita del mercato, il prodotto vendemmia 2013 è appena sufficiente per soddisfare il fabbisogno 2014, a valori costanti.
Sono i numeri di un’eccellenza, che solo pochi territori vinicoli possono vantare, che consente di operare con serenità e stabilità anche sulla variabile del prezzo lungo tutta la filiera, così da continuare negli investimenti e nella valorizzazione del prodotto.
Questa strategia non verrà alterata dal comportamento sconsiderato di pochi se noi operatori sapremmo bloccarli immediatamente e congiuntamente così da presentare al nostro interno e all’esterno la forza e la convinzione che ci hanno sempre animato e sostenuto nel portare al successo il prosecco. Sono certo che questa determinazione – che va nell’interesse generale del mercato, dei consumatori e del territorio – non ci mancherà e sapremo isolare chi non condivide questi valori fondamentali.
Ivo Nardi
Presidente del Gruppo Vinicolo di Unindustria Treviso