I dati sono usciti oggi e fanno una certa impressione. Non solo e non tanto per quei 52,6 milioni di ettolitri tra vini e mosti che stanno ‘per invadere il mondo. Quanto per l’aumento esponenziale da un anno all’altro: nel 2012, la Spagna aveva prodotto 34 milioni di ettolitri di vino, quarto anno di calo consecutivo per una media più vicina agli anni Novanta. Poi, improvviso, anche se era nell’aria, questo botto fragoroso, che porta Madrid al primo posto nella classifica mondiale dei produttori di vino, trainata dall’esplosione dei vigneti in Castilla-La Mancha, che da sola è arrivata a produrre 32 milioni di ettolitri, 14 in più rispetto al 2012 (tanto per dare un ordine di dimensioni, il Sudafrica da solo fa 9 milioni di ettolitri di vino l’anno).
La cosa che impressiona ancora di più, parlando proprio di Castilla-La Mancha, è che questa colossale raccolta è stata fatta dopo anni in cui il vigneto era andato riducendosi, specialmente nel triennio di estirpazioni con premio. Come si nota dai grafici, a partire dal 2008 il vigneto castillano ha perso qualcosa come 120.000 ettari, arrivando nel 2013 al minimo storico di 464.000. Ma grazie alle ristrutturazioni e riconversioni, che hanno reso i vigneti rimasti sempre più performanti grazie anche all’introduzione massiccia dell’irrigazione, il potenziale di resta è aumentato esponenzialmente, toccando nel 2013 i 70 ettolitri per ettaro, contro una media storica che oscillava tra 35 e 40. Evidentemente, il grosso dei vigneti ristrutturati è entrato in produzione effettiva proprio nel 2013.
Che cosa ci si può aspettare adesso? Di sicuro un’invasione di prodotto spagnolo a basso se non bassissimo costo sul mercato dello sfuso. Questo impatterà notevolmente sugli indicatori di prezzo dei vini italiani, specie quelli che virano verso la Germania e che per tutto il 2013 avevano viaggiato a medie di 70-80 centesimi per litro, causa magro raccolto 2012.