Analizzando i dati di Nielsen, The Drinks Businnes ha fatto un breve sunto delle principali preferenze dei Millennials del Regno Unito in fatto di consumo di alcolici.
I nati tra il 1980 e il 2000, coloro che oggi hanno quindi un’età compresa tra i 18 e i 34 anni, rappresentano circa il 14% della popolazione della Gran Bretagna, ma contano per il solo 5% nei consumi di vino, birra e superalcolici (settore BWS dunque), per una spesa di circa 482 milioni di sterline ogni anno. In media spendono in alcolici solo il 3,5% del loro budget FMCG, quello cioè destinato ai beni di largo consumo (Fast moving consumer goods); si tratta di una percentuale nettamente inferiore di quella media di tutta la popolazione, cioè il 9,2%.
Ben il 2,8% del budget dei Millennials è tuttavia impiegato nell’acquisto di Prosecco: il vino bianco e quello frizzante sono gli alcolici più popolari in questa fascia di età e tra i Millennials la probabilità di acquistare uno sparkling italiano è 1,5 volte superiore rispetto a quella di acquistare spumante inglese; i Millennials tuttavia contano per il solo 7,5% nelle vendite nazionali di Prosecco.
Il vino è dunque l’alcolico cui va la più alta percentuale di spesa dei Millennials (il 34%), seguito dai superalcolici (in particolare il whisky statunitense).
Le dinamiche di consumo dei Millennials UK sono, nota ancora The Drinks Businnes seguendo i dati Nielsen, sono condizionate dalla grande attenzione di questi “giovani” alle tematiche della salute e dal fatto che il 60% di loro è solito mangiare fuori casa almeno una volta alla settimana (il 30% mangia fuori più di tre volte ogni sette giorni).
Sono inoltre la generazione che più fa uso dei motori di ricerca per ottenere informazioni su internet, ma sono al contempo i più distratti, così che poco facilmente ricordano i nomi dei marchi quando ne sentono parlare in televisione.
FEB