I dati Nielsen parlano chiaro. Nell’off trade britannico quasi sei bottiglie di vino su dieci, il 57%, sono vendute in offerta e il vino è risultato nel 2013 uno dei beni di largo consumo più soggetto a promozioni. Questa situazione è, allo stesso tempo, conseguenza e specchio del calo dei consumi britannici: i dati, sempre Nielsen, parlano per lo scorso anno di un calo in volume del 3% accompagnato da una certamente non esaltante crescita in valore del 2%.
Come già più volte ricordato sono gli spumanti a fare da traino all’off trade UK: +10% in volume e +17% in valore, con grande parte per il nostro Prosecco e per i Cava, questi ultimi venduti in media ad una sterlina in meno per bottiglia rispetto al Prosecco.
Secondo quanto dichiarato dall’analista Nielsen Natasha Kendall, nella cornice della London Wine Fair, la “convenienza” è un driver d’acquisto in rapida crescita. I convenience store prendono oggi il 33% delle vendite del settore BWS (beer – wine – spirits). Le vendite di vino nei discount sono cresciute del 5,4% in valore e del 3% in volume lo scorso anno.
Cresce anche il settore delle vendite on-line (ne abbiamo parlato già qui riportando i dati in merito di Wikinson Drink Report); secondo Nielsen il commercio via web di alimentari è cresciuto lo scorso anno in UK del 24%, quello dei soli alcolici del 46% con ottime prospettive di crescita future, visto che l’e-commerce di vino birra e superalcolici rappresentano oggi il solo 3,7% nelle vendite generali di questa categoria (per gli altri alimentari il peso medio delle vendite on line arriva al 4,4%). Gli spumanti e la birra sono gli alcolici che più vanno d’accordo col web, mentre il solo 2,5% dei superalcolici è venduto attraverso questo canale. La Kendal ha inoltre suggerito che alla crescita delle vendite on-line contribuisca la possibilità di accedere in questo modo agli alcolici da parte di consumatori minorenni.
FEB