Ha sempre più il profumo del Prosecco il mercato americano dello spumante. A tutto il 2016, secondo i dati Nielsen, le vendite nel circuito monitorato, che rappresenta circa il 60% del totale off-premise, sono balzate oltre 1,7 milioni di casse, per un controvalore di 254 milioni di dollari. Equivalenti a una crescita annua del 25%, che consente all’Italia di mantenere il primato a valore sui francesi conquistato nel 2014, a oltre 355 milioni di dollari (+17%) contro i 282 degli Champagne (+10%).
Restando allo Champagne, il divario con il Prosecco continua a ridursi: nel 2016 si è scesi ad appena 28 milioni di dollari, contro i 135 di soli quattro anni prima. Nel 2017, considerando i ritmi di crescita dei due prodotti, potrebbe consumarsi il sorpasso storico.
A fronte di queste performance (leggermente inferiori comunque rispetto a quelle del 2015), il peso del Prosecco sul mercato delle bollicine a stelle e strisce continua quindi a crescere: oggi a volume si è arrivati a due terzi sul totale spumanti italiani venduti in America, al 43% sul totale importati e addirittura al 18% di tutto lo spumante veicolato da supermercati e liquor stores.
Sul mercato americano, chiudono bene anche gli spagnoli (+11% a valore), mentre invertono la tendenza positiva del 2015 gli spumanti italiani non Prosecco, in ribasso dell’1% a volume. In decremento anche i Moscati (-5%, a 64 milioni di dollari), mentre i rosati confermano la tendenza di crescita inaugurata dal 2014, con un +14%, superando i 130 milioni di vendite.
Una delle chiavi di lettura del successo del Prosecco sta anche nella tenuta dei prezzi, mantenuti attorno ai 16 dollari al litro.
Il totale mercato Usa degli sparkling è arrivato a sfiorare per la prima volta i 10 milioni di casse (+8%), con i domestici in aumento del 5%, contro il +13% degli esteri. Sul fronte valore, altro record, con il totale a poco meno di 1,4 miliardi di dollari (+10%), con le bollicine d’importazione a fare da traino (+13% contro il +6% degli sparkling made in Usa).