Da un’indagine condotta da Winemetrics sul settore on-premise in Usa, emerge un quadro di crescita anemica, in un contesto caratterizzato da una scarsa propensione dei ristoratori ad attivarsi con interventi migliorativi per aumentare la redditività legata alle vendite di vini. Secondo le proiezioni della società di ricerche di mercato specializzata nelle analisi sul comparto vitivinicolo nel circuito ristorazione-wine bar, da qui al 2019 si assisterà, sul mercato a stelle e strisce, a un’espansione molto modesta del canale della ristorazione.
In termini di superfici gli analisti prevedono un incremento medio annuo inferiore all’1%, grosso modo in linea con il tasso di crescita, sempre frazionale, sperimentato nel corso del 2012 (+0,7%). Un’annata, quella trascorsa, che in termini assoluti ha fatto segnare una aumento del numero dei ristoranti in Usa di poco più di 4.400 unità.
Le proiezioni sembrano insomma confermare una condizione di generale stagnazione del settore, anche in considerazione dell’onda lunga dell’ultima Grande recessione mondiale che Oltreatlantico ha lasciato una pesante eredità anche in termini di capacità di spesa dei consumatori. Con la ristorazione che dal 2009 al 2012 ha sfrondato del 4% la lista dei vini in bottiglia, aumentando di contro l’offerta al bicchiere (+6,5% nello stesso arco temporale).
In un settore poco dinamico, alcune varietà stanno comunque guadanando consensi crescenti presso il pubblico: Winemetrics le ha elencate in ordine di crescita della quota di presenza in carta vini (bottiglia o bicchiere), ed emerge che tra 2009 e 2012 il vino che più ha guadagnato spazio è il Malbec argentino, passato da poco meno dell’1% al 2% del totale (tanto per dare un ordine di idee, il leader Cabernet sta al 16%). Più che raddoppiata la presenza del Moscato, all’1,5%, mentre nella lista dei top per crescita troviamo Nero d’Avola (+3 punti percentuali) e Prosecco (+2%). Interessante l’andamento di quello che Winemetrics elenca come “Corvina blend”, dove a naso dovrebbero stare anche i vini della Valpolicella, ma è da considerare che la Corvina è da tempo autorizzata per l’etichettatura sui vini americani.
Fonte: Winemetrics
Su uno dei prossimi numeri del Corriere Vinicolo pubblicheremo l’analisi dettagliata di Winemetrics, con le classifiche per Paese e vitigno sulle liste vini bottiglia e bicchiere