Valoritalia ha presentato a Roma i dati dell’attività 2011, dei primi 10 mesi del 2012 e il programma del 2013.
Dopo le 21.598 visite ispettive del 2011, nel 2012 i controlli hanno interessato 176 Denominazioni, di cui 131 DOC e 45 DOCG, con una copertura di circa il 75% della produzione a Denominazione del nostro Paese. Nei primi dieci mesi dell’anno sono stati prelevati otre 35.606 campioni per effettuare le analisi chimico-fisiche ed organolettiche ai fini dell’ottenimento dell’Idoneità alla Denominazione, pari ad hl 6.527.895. Il risultato è che nel 2013 1 persona su 7 stapperà nel mondo una bottiglia certificata da Valoritalia, che si conferma così punto di riferimento per le imprese nel loro sforzo di qualificazione.
I dati relativi ai primi dieci mesi del 2012 disegnano un quadro piuttosto rassicurante del livello qualitativo del mondo del vino italiano a Denominazione. Dai risultati delle analisi chimicho-fisiche, solo 436 campioni sono risultati non idonei, mentre 922 sono quelli giudicati non idonei alla commissione di degustazione, di cui 829 rivedibili.
“Questi sono solo alcuni dei numeri che hanno caratterizzato l’operato di Valoritalia”, ha affermato il presidente Luigino Disegna. – Nel corso del 2012 Valoritalia ha allargato la propria compagine sociale ad Unione Italia Vini, mettendo al servizio delle imprese le eccellenze dei tre partner”.
Oltre a monitorare la salute del settore vitivinicolo italiano, il lavoro di Valoritalia costituisce un fondamentale database per tutti i protagonisti della filiera, cui è dedicato il secondo volume “Le DOCG e le DOC di Valoritalia”. Una raccolta dati sui volumi reali di uva prodotti in vendemmia, sulla qualità di vino ottenuto, sugli imbottigliamenti e le giacenze di ogni singola Denominazione di Origine. “Questa grande quantità di informazioni – ha ricordato Riccardo Ricci Curbastro, presidente Federdoc – rappresenta un autentico patrimonio per i produttori, per i Consorzi di Tutela e per gli altri attori della filiera, indispensabile per la tutela e la programmazione delle DOP e IGP italiane”.
“Dal 1 agosto 2012 – ha continuato Ezio Pelissetti, consigliere delegato Reparto Regolamentato – Valoritalia è chiamata a garantire, nel rispetto del nuovo piano dei controlli ai sensi del Decreto Ministeriale 14/06/2012, anche l’attività di controllo di 41 vini IGP che rappresentano, secondo i dati delle rivendicazioni della vendemmia 2011, circa il 50-60% della produzione nazionale.” Per le IGP non è prevista la fase di certificazione del prodotto, ovvero l’analisi chimico-fisica e organolettica (degustazione) per verificare per ogni partita la rispondenza alle caratteristiche previste dai disciplinari di produzione. Anche le percentuali di controllo ispettivo in vigneto e cantina sono ridotte, e di conseguenza anche i costi e le tariffe a carico dei produttori sono inferiori. “Tuttavia – ha spiegato Pelissetti – sarà necessario attendere almeno un anno per avere la vera dimensione del settore dei vini a IGP”.
Ultima novità, già anticipata dal Corriere Vinicolo, è l’accreditamento di Valoritalia per i controlli sui vini biologici (vedi articolo)