Di Matteo Marenghi
La viticoltura oggi, si tratti di quella convenzionale, integrata, biologica o altro, richiede oltre che competenza anche forti capacità decisionali. In questa ottica, ha spiegato il professor Tito Caffi del Di.Pro.Ve.S. dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza durante un seminario organizzato dall’ordine dei dottori agronomi e forestali di Piacenza, è nato il dss (decision support system) Vite.net di Hort@, ovvero un sistema di dati (unitamente alla loro elaborazione) che fornisce un supporto decisionale capace poi di originare un’azione (ad esempio trattare o non trattare, impiegare un prodotto piuttosto che un altro, il dosaggio, …). Va precisato che il ‘consiglio’ è fornito dal sistema, ma la decisione finale rimane totalmente appannaggio del ‘responsabile’.
“La peronospora nel 2014 – ha premesso Caffi agli agronomi piacentini – ha colto tutti alla sprovvista perché dopo l’inizio dell’infezione di maggio, con lo stabilizzarsi della stagione nei primi giorni di giugno molti viticoltori hanno abbassato la guardia. Il pessimo andamento stagionale successivo ha fatto il resto. Molto ha inciso anche la cattiva distribuzione degli antiparassitari, per modalità (macchinari non ottimizzati, vegetazione non ben coperta, …) e tipologie di prodotto (principi attivi della stessa famiglia chimica che inducono fenomeni di resistenza nel patogeno). In ogni caso l’esito della difesa della pianta è stato mediamente fallimentare, in tanti comprensori. Da qui la necessità di avere supporti efficaci nella gestione della problematica”.
Prevedere è fondamentale
“Ben sappiamo – ha spiegato Caffi – che oggi la difesa delle colture viene approcciata in modo culturalmente diverso rispetto ad anni fa, e la sostenibilità è divenuta la chiave di volta di ogni intervento in qualsiasi settore produttivo; la stessa direttiva comunitaria n° 128 del 2009, all’articolo 14 tratta i criteri di difesa integrata (IPM, ovvero integrated pest management) premettendo anzitutto che in ogni caso l’impiego dei fitofarmaci è l’ultima azione da considerare, mentre la priorità va data a metodi non chimici di lotta alle patologie animali o vegetali”. Il processo decisionale relativo all’effettuazione di un trattamento è quindi composto da una sequenza abbastanza lunga di step, ed in alcuni di questi sono coinvolti momenti di decisione strategica (con decisioni cioè che sono definite in stadi preliminari, es. la conduzione di una vigna secondo prassi di agricoltura convenzionale, integrata o biologica), in altri di decisioni tattiche (effettuare o meno un trattamento, e con quale prodotto). Più a valle poi vi sono decisioni operative da prendere, non meno importanti: chi sale sul trattore? Con quale competenze viene usata la macchina irroratrice? Quale è il livello di revisione ed ottimizzazione degli strumenti adottati (ugelli, velocità di avanzamento, efficacia di copertura della parete fogliare, ..)?
La decisione finale spetta sempre al tecnico
L’evolversi della complessità del processo che regola la difesa delle piante, (ma non solo, anche l’irrigazione o altro) ha fatti sì che il mondo della ricerca passasse da un utilizzo semplice ad uno sempre più integrato dei modelli, incrociando dati epidemiologici, fisiologici, relativi al tipo di prodotto fitosanitario, al calcolo della dose, … e arrivando ai cosiddetti criteri multipli. “Noi dell’Università di Piacenza – ha proseguito il ricercatore – siamo pertanto passati dai modelli per le malattie a veri e propri sistemi di supporto alle decisioni (dss appunto). Vite.net è un dss per la gestione sostenibile del vigneto messo a punto da Hort@, uno spin off della nostra Università. Si compone di un database che raccoglie informazioni dalla vigna (tramite centraline per i dati ambientali) che vengono poi elaborate, assieme ad altre imputate dall’operatore (es. stadio fenologico della vite), da un sistema informatico che alla fine fornisce un responso utile come supporto decisionale per l’operatore (es. consiglia di trattare o di non trattare). In pratica il sistema ha dei contatori di allerta delle malattie che segnalano, visivamente, se esiste o meno un rischio di infezione. Vite.net fornisce quindi un supporto decisionale nella lotta alla peronospora nei vigneti condotti sia in forma convenzionale, che integrata che biologica; è accessibile via internet agli utenti registrati ed ogni utilizzatore può, sempre on-line, definire le proprie unità produttive (nel caso specifico vigneti, o porzioni uniformi, che vengono trattati allo stesso modo). Per contro, e per aggiornare la situazione di campo, ogni utente immette nel web i dati ogni qualvolta effettua un trattamento (giorno, ora, prodotto, dose, …). Una operazione quest’ultima apparentemente laboriosa, ma che non rappresenta nulla più di quanto richiesto dalla compilazione, obbligatoria, del ‘registro dei trattamenti’. La validazione di questo sistema ha dato esiti assai incoraggianti: nel 2011 e 2012 in 20 aziende biologiche, abbiamo comparato quanto effettuato seguendo le indicazioni di Vite.net con l’ordinaria gestione impostata dai tecnici, ovviamente si è trattato di interventi con stessa protezione della strategia aziendale. Gli interventi proposti dal dss hanno, a parità di protezione, consentito un risparmio di 195 euro/ettaro ad anno (con una diminuzione del 24% del numero dei trattamenti e del 37% di kg di rame metallo). Un mito va però sfatato: i modelli non sono nati per diminuire i trattamenti ma per ottimizzare la difesa. La naturale conseguenza è che si eliminano gli sprechi, ma se l’annata impone tanti trattamenti, come nel caso del 2014, anche utilizzando i modelli dovrò effettuarli. Potrei quindi dover spendere lo stesso, ma con la garanzia di un risultato di difesa ottimale”. Vite.net contempla poi modelli anche agronomici, ad esempio che indicano l’opportunità o meno di un intervento irriguo in vigna, mentre i modelli ‘insetti’ dicono se, rispetto a tignola e tignoletta, è opportuno intervenire chimicamente.