“La politica ha superato paure e demagogie in favore del buon senso. Un’azione forte e coraggiosa che il ministro Martina ha portato avanti con grande responsabilità salvando, di fatto, il ‘vigneto Italia’. A lui desidero esprimere il nostro più sincero apprezzamento”. Con queste parole Domenico Zonin, presidente di Unione Italiana Vini, commenta l’autorizzazione del Consiglio dei Ministri del 10 febbraio al ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina ad adottare il provvedimento, proposto dal Mipaaf, grazie al quale sarà possibile la conversione dei diritti di impianto dei vigneti fino al 31 dicembre 2020 e, in quest’ultimo anno concesso dalla nuova PAC, il trasferimento su tutto il territorio nazionale, entro il 31 dicembre 2015, dei diritti di impianto.
“Il ministro Martina e il Consiglio dei ministri – continua Domenico Zonin – attraverso questo decreto dimostrano di aver compreso il grave rischio che stava correndo la nostra vitivinicoltura. Avremmo potuto perdere parte dei 46 mila ettari di diritti di reimpianto in portafoglio dei produttori, pari al 7% del “vigneto Italia”, che, tradotti in vino, significano 3,5 milioni di hl potenziali, portando alla definitiva perdita del primato produttivo mondiale di vino – che il nostro Paese si contende, ancora, con la Francia (e da quest’anno anche con la Spagna) – con evidenti, gravi, ripercussioni negative sulla capacità produttiva e la competitività del sistema vitivinicolo italiano”.
” Il provvedimento del ministro Martina – prosegue Zonin – consente inoltre la trasformazione del diritto di impianto in autorizzazione fino al 31 dicembre 2020, offrendo al viticoltore un periodo più lungo per realizzare il vigneto. Anche questo è un fattore che contribuisce fattivamente ad evitare la diminuzione della superficie vitata nazionale”.
“Questo decreto – aggiunge Zonin – sicuramente sarà in grado di rafforzare la competitività del settore e riporterà in una situazione di equilibrio le quotazioni dei diritti di impianto. In alcune zone, infatti, si sono registrate tensioni speculative che hanno fatto schizzare i prezzi dei diritti dai 3-4mila euro a ettaro degli scorsi anni a quota 10-12mila euro a ettaro”.
“Solo difendendo il vigneto italiano – conclude il presidente Domenico Zonin – aiuteremo anche i produttori delle regioni più deboli che potranno rivolgersi al mercato nazionale trovando sicuramente un maggior numero di acquirenti per la vendita dei propri diritti e spuntando certamente prezzi migliori rispetto al ristretto mercato regionale. Anche in questo senso credo si muova il decreto approvato dal Governo che, come afferma il ministro Martina, è in campo per la salvaguardia e per accompagnare la crescita di un settore strategico, quello vitivinicolo, che esporta più di 5 miliardi di export”.
IL DECRETO IN ESTREMA SINTESI
Il Consiglio dei Ministri del 10 febbraio ha autorizzato il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina ad adottare il provvedimento che prevede alcune modifiche alla disciplina nazionale in materia di diritti di reimpianto e talune prime decisioni sull’entrata in vigore del nuovo sistema autorizzativo di nuove superfici vitate e, in particolare:
1. Il termine ultimo per presentare la richiesta di conversione in autorizzazione dei diritti di impianto, concessi ai produttori anteriormente al 31 dicembre 2015, è fissato al 31 dicembre 2020.
2. Qualora i diritti di impianto non siano stati utilizzati al 31/12/2015, il produttore può fare richiesta di conversione in autorizzazione. L’autorizzazione ha la medesima validità del diritto che l’ha generata e, qualora non utilizzata, scade al più tardi il 31 dicembre 2023.
3. L’intervento consentirà a coloro che sono attualmente in possesso di un diritto di reimpianto valido, di poterlo trasferire su tutto il territorio nazionale entro il 31 dicembre 2015. Scaduto tale termine, ed entrato in vigore il nuovo sistema autorizzativo, i diritti di reimpianto ancora validi, non potranno più essere trasferiti.